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Programmi Il calendario delle otto stagioni dei Sami

Il calendario Sami Clicca sulla stagione che preferisci!

 Usa il Calendario delle otto stagioni  per selezionare  il periodo in cui ti piacerebbe  venire a trovarci e e  scopri cosa accade nella vita locale dei pastori Sami ed i  programmi in corso.  Buerie båateme! Benvenuti!

Chi sono i Sami? Storia del popolo Sami

I Sami che nascono nomadi e hanno una storia ricca di tradizioni, sono una popolazione indigena di 70mila persone stanziata nella parte settentrionale della Fennoscandia, in un’area da loro chiamata appunto Sápmi, che si estende dalla penisola di Kola fino alla Norvegia centrale includendo anche le regioni più settentrionali della Finlandia e della Svezia. Sicché l’area così detta Sápmi è divisa dalle frontiere di quattro stati: Norvegia, Finlandia, Russia e Svezia dove sono rimasti in 17 mila e dei quali tremila si occupano dell’allevamento delle renne.

Nella Contea dell’ Harjedalen dove ci  ci troviamo  ci sono  due comunità dei Sami che vivono di allevamento delle renne , artigianato e turismo. I Sami un tempo nomadi sono adesso  moderni e stanziali e  seguono le renne soltanto nei periodi della transumanza e in estate su le alture, dormendo nei loro tipici “Lavvo” ovvero delle tende o capanne con il caratteristica apertura in alto per il fumo prodotto dal braciere all’ interno dello spazio.

Alcuni definiscono i Sami come  “un popolo senza storia”, ma non è così.  La loro storia non e’ scritta sui libri ma  si e’ tramandata oralmente  di  generazione in generazione, la troviamo  nelle pitture rupestri e nei simboli incisi sui tamburi degli sciamani. La loro storia e’ legata alla natura ed alla migrazione dei branchi di renne . Durante il periodo della transumanza , ovvero  durante la migrazione  delle renne  verso i pascoli invernali  oppure estivi  le famiglie Sami si riuniscono – ed insieme coinvogliano  i loro animali in grandi recinti  dove a seconda del periodo stagionale in cui ci troviamo  provvederanno al censimento degli animali nati , al rito della marchiatura  ( luglio )  a  rivendicarne l’ appartenenza all’ una e all altra famiglia oppure alla macellazione ( a partire da agosto). Parte della carne sara’ per uso e consumo delle famiglie e parte verra’ destinata alla piccola e grande distribuzione. ( in Scandinavia la carne di renna come in generale la cacciagione – ha un ruolo predominante nella gastronomia nazionale.  

L’ iconografia dei pastori Sami e’ strettamente legata al mondo sciamanico.  Lo sciamano era colui che non solo prediceva il futuro ma  attraverso il tamburo sacro fungeva da tramite tra i Sami  e l’ inconoscibile, ovvero il mondo ultraterreno.   Ma gia’ dal XVII secolo, con  primi cristiani che arrivarono su queste terre la pratica dello sciamanesimo fu bandita, i tamburi bruciati,  ed i Sami obbligati ad adottare la lingua ed i costumi dei nuovi arrivati.    Pitture rupestri  ci spiegano una civilta’ fortemente legata alla simbologia ed a figure che rappresentano la vita di tutti i giorni. 

Originariamente cacciatori e raccoglitori i Sami si spostavano da un luogo ad un altro con l’ ausilio di slitte trainate da renne affrontando inverni terribili seguendo appunto gli animali durante la transumanza . Da qui e’ facile intuire come l’ Universo di questo popolo fosse legato agli inevitabili cambiamenti stagionali . Nell’ Era  moderna le cose sono cambiate. I Sami sono divenuti popoli stanziali ma durante la stagione seguono comunque le renne nel loro percorso migratorio.

Il linguaggio della neve Un importanza vitale per i pastori Sami!

Capire la consistenza della neve e la sua evoluzione ha un importanza vitale per i pastori Sami. La neve è un prerequisito per la mobilità, il monitoraggio,visibilità e disponibilità di piante da pascolo come licheni ed erbe. Uno studio recente ha individuato ben 18 tipi di neve nel linguaggio dei Sami moderni  ma tre sono tuttavia i fondamentali: 

Neve fresca – anche se faticosa da percorrere permette ai Sami di individuare lo spostamento dei branchi grazie alle tracce lasciate.  Neve granulosa ( tra gennaio ed aprile)  tipica dei periodi particolarmente freddi e che si deposita sul primo manto nevoso, quasi a contatto con il terreno  e permettera’ agli animali di procacciarsi i licheni  ed avere  acqua fresca visto la tendenza a sciogliersi facilmente. Anche il vento modifica la consistenza della neve.  Venti freddi rompono infatti le particelle nevose creando cosi’ manti nevosi molto duri e spessi dai cinque ai dieci centimentri. In questo modo gli animali avranno difficolta’ a reperire il cibo, gli spostamenti saranno certamente più facili e richiederanno maggior sforzo ed attenzione per i Sami nel cercare di individuarle. Questo tipo di condizione della neve si evolve in lastre facili a rompersi . Ed infine neve ghiacciata   uno strato di ghiaccio che può essere spesso da millimetri a diversi centimetri ed è il risultato del congelamento della neve bagnata dopo un periodo di clima mite e / o pioggia sulla neve . Questa condizione e’ anch’ essa pericolosa per l approvvigionamento degli animali.
Le  renne percorrono ogni anno   rotte ben precise seguendo l’ istinto. I Sami non possono fare altro che aiutarle e monitorarle durante la migrazione – per questo qualsiasi impedimento che gli animali potrebbero  trovare durante il cammino – costruzione di impianti eolici, dighe, tracciati turistici – sarebbe devastante per gli animali e per il popolo dei Sami costretto a deviare forzatamente le rotte naturali con l’ ausilio di mezzi di trasporto e con  un grande dispendio di denaro. L’  esproprio delle terre da parte dei latifondisti non sono eventi  rari e ne casuali  – visto le rcchezze dei suoli scandinavi sia in termini di risorse minerarie e di spazi aperti. Da qui conflitti secolari  tra gli  occupanti ” naturali” di queste terre – I Sami e coloro che negli anni successivi hanno acquistato le terre via ” carte bollate”. I governi hanno dovuto cosi’ applicare una regolamentazione che possa tutelare entrambe le parti non sempre con buoni risultati. 
Con l’ arrivo dell’ Inverno Polare le renne cercano riparo tra le foreste . Qui, oltre che dal terreno – le renne troveranno sostentamento anche grazie alla lanugine che cresce sui rami degli alberi in certe tipologie di betulla.  In seguito , con il sopravvenire del disgelo e quindi verso l affacciarsi della primavera , le renne cominciano a lasciare i pascoli invernali per migrare verso le zone estive dove poi partoriranno i loro cuccioli tra il periodo di maggio e giugno.