Invito al viaggio
La natura artica, la tundra , i paesaggi nordici hanno da sempre richiamato nel corso delle storia avventurosi ed avventurieri. Pur se animati da due diversi intenti, gli uni per amore della scienza e della scoperta e gli altri per fare affari con le popolazioni indigene , entrambi erano fortemente uniti da un unico e comune denominatore ; il fascino di terre estreme e irraggiungibili. Adesso che tutto è a portata di mano e raggiungibile parlare di avventura farebbe quasi sorridere . La parola avventura richiama a poche comodità, a fatiche e rinunce e per i turisti odierni la vacanza deve essere possibilmente breve,visto il poco tempo – intensa- cioe` ristretta ai minimi termini e con un occhio al portafogli – e di poca fatica.
Tuttavia nel corso degli anni e dei corsi storici il fare vacanza è diventato sempre più una ricerca di qualcosa d’ altro. Adesso in un viaggio molti cercano la genuità, il rapporto con l’ altro , sopratutto la curiosità di conoscere nuovi stili di vita e nuovi modi di essere. Cosi’ , specialmente noi europei abbiamo iniziato a guardare le terre del Nord non solo come luogo deputato a legittimare la presenza di un Babbo Natale come mercato comanda- ma fortunatamente anche a qualcosa di più. Terre da sempre ritenute civili e all’ avanguardia si sono trasformate in luoghi a cui si guarda come alternativa di vita , un altrove estremamente allettante che rompe gli indugi anche nei confronti di un clima che certamente benevolo non è.
Tänndalen dove abito e che si trova in Svezia al confine con la Norvegia – non si può definire a tutti gli effetti una terra estrema ma senz’ altro un luogo particolare. Una valle , attraversata da un unica statale che la collega con la vicina Norvegia e delimitata da altipiani e Riserve Naturali che ha il vantaggio – vista la sua conformazione geografica ad avere 265 giorni di neve all`anno – ed estati dove predominano i rumori delle cascate e dello stormire degli alberi delle foreste che non hanno eguali. Un Paradiso? Direi di si. Pochi metri e con gli sci ai piedi puoi avventurarti in splendide piste da fondo per la maggior parte deserte quasi a sembrare di essere state preparate solo per pochi eletti
C` e` ancora in queste zone d`incanto e remote – il fascino dell’ imprevisto dove non è tutto scontato come potrebbe apparire. Gli itinerari che ho preparato durante questi anni sono frutto di esperienze sul territori a cui ho dedicato molto tempo. Questo anche perchè non essendo nativa del luogo ho messo un po` di tempo per rielaborare cio` che ogni giorno apprendevo.
Il mio intento di questi anni e` stato capire come avrei potuto avvicinare a questo mondo anche a persone come me – coloro che non avrebbero mai pensato di poter fare questo tipo di esperienza senza essere ” formati” per le attivita` outdoor e in ambienti inediti e fuori dai contesti abituali. Gli stereotipi, la lingua, la poca dimestichezza , il fatto di non conoscere le proprie potenzialita` sono le prime difficolta` che uno poco avezzo a viaggiare o abituato a viaggi organizzati da catalogo – puo` incontrare da subito. Ma superato questo scoglio, si viene poi a scoprire risorse inaspettate. Difronte a plateau caratterizzati da paesaggi infiniti e glaciali – dove le tempearature possono andare sotto i quaranta gradi non si fugge come l`istinto richiederebbe – anzi , molti ne rimangono cosi` estasiati da non poterne fare piu` a meno. Certo, non e` che tutti possano qui trasferirsi oppure passare tutto il tempo trai ghiacci – ma rimane quell`attitudine a ricercare luoghi simili – rifuggendo dalla massa per assaporare ancora una volta quella sensazione di liberta` non sempre facile da provare.
Ho sempre trovato – nel limite della ragionevolezza – un attrazione per il freddo particolare. Scatto, potenza, chiarezza di intenti. Abituati ad ambienti cittadini abbiamo dimenticato – al di la`di una palestra le capacita` del nostro corpo, le sue potenzialita`. Vivere in ambienti surriscaldati, refrattari, avvolti in cappotti , giacche, cappelli , sciarpe da rimboccare ai minimi spifferi di vento ci hanno reso cagionevoli, malaticci, pallidi . Le mode , gli orpelli, gli stereotipi, le convenzioni, ci hanno catalogato ed omologato – in una stesso scaffale, in una stessa categoria. I rumori della citta`, le luci artificiali , i neon , gli ambienti chiusi ci hanno reso intolleranti a qualsiasi mutamento di tempo. Non siamo piu` abituati a vivere in ambienti naturali . E` un tempo, quello odierno che si misura in denaro, uno spazio da riempiere ad ogni costo che non ci fa piu`assaporare la gioia del “non fare nulla” e del non aspettarsi niente se non il semplice godere del tempo libero che abbiamo.
L`Artico , ricorda la Savana – forse piu`vicino a noi come immaginario – uno spazio infinito , dove i miraggi si susseguono, i tempi si dilatano, i silenzi sono infiniti ,solo gli animal rincorsi dai predatori rompono l`immobilita` e scandiscono il tempo della vita e della morte.